biografia

Elvira Pozzati, nata a Ferrara dedica i suoi studi alle scuole magistrali, alla filosofia e religione orientale e all’arte.
Negli anni ’70 si trasferisce a Monza, frequenta per un breve periodo l’Accademia di Brera con il Maestro Picenni che l’indirizza alla Civica Scuola D’arte “Federico Faruffini” di Sesto San Giovanni, dove avviene la sua formazione artistica.
Guidata per una decina di anni da Maestri artisti come G.Barbanti, E.Triacca e F.Guffanti.
Negli anni ’90 incontri importanti segnano la sua formazione estetica : Max Bill, Piero Dorazio e Luigi Veronesi col quale nel ’93 condivide la mostra “Piccole opere di grandi artisti” .
Collabora con colleghi come Lorenzo Piemonti nella pittura e nella poesia visiva con Paolo Leziero e Salvator Presta del gruppo “Arte Madì”
Sempre in questo periodo affianca alla pittura l’insegnamento: nella Civica Scuola d’Arte “Federico Faruffini” e nella Scuola “Anna Frank” di Sesto San Giovanni e in seguito, con un progetto di arte contemporanea, negli spazi comunali di Monza.
Ha frequenti rapporti con i responsabili degli assessorati culturali comunali di Monza e dintorni per organizzare mostre pubbliche e divulgare l’arte contemporanea.
Tra le varie esperienze della sua vita tiene in particolare considerazione l’aver fatto conoscere l’arte ai bambini ed ai ragazzi disabili.

Sperimenta tutte le tecniche pittoriche, ma all’inizio l’interazione più profonda avviene con l’acquarello, tecnica che le permette di indagare l’espressionismo della figura umana con il rapporto ambiguo dello spazio che la circonda…. Figure femminili, nate più per capirsi che per trarne degli elementi poetici e segnici: l’immagine sfiorata dalla larvale figurazione negli anni ’90 attira l’attenzione di critici.

Sempre negli anni ’90 con la pittura ad olio inizia il ciclo dedicati alle emozioni. Ne consegue una continua ricerca interiore tesa a raggiungimenti che destano interesse per la carica espressiva delle masse di colore che inducono sensazioni, pensieri, sogni e ricordi.

Negli ultimi anni l’interesse della Pozzati si è orientato sull’assoluto nitore percettivo ossia sull’eliminazione di ogni elemento cromatico o formale, che possa creare suggestioni devianti.
Quindi è arrivato all’azzeramento del colore e all’assunzione di toni grigi, neri, bianchi, unico tocco cromatico il rosso nella sua significazione più intensa.